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The Chronicles of Zeus.

Shooting Stars

The Chronicles of Zeus.

Shooting Stars

La cronaca della lunga giornata di Will Parker continua.

Shooting Stars

Capitolo VI - Tari

9/10/2005 - rinox

Nonno Clemente guarda il nipote ancora rapito nei suoi pensieri. –Will?-, quindi interrompe i pensieri di Will. –Will? Ci sei?-
Will ritorna alla realtà, voltando la testa verso il nonno si rende conto di essersi trascinato fin troppo tempo nei suoi pensieri. –Nonno… scusami… non so cosa mi sia successo…-
-Io invece lo so…-, nonno Clemente lo guarda dritto negli occhi, -…me ne parli? Come si chiama quella ragazza?-. Nonno Clemente aveva fatto di nuovo centro.
Will sembra un po’ titubante nel rispondere, ma poi conoscendo suo nonno, non lo avrebbe lasciato in pace. Allora decise di parlarne.
-Si chiama Tari.-, Will non dice altro.
-E allora?-, vedendo Will ancora sulle sue, cerca di farlo aprire e alleggerirlo dei suoi pensieri.
Volgendo di nuovo lo sguardo verso Tari, dall’altro lato della strada, la vede mentre parla con due uomini e tiene sotto il braccio tante cartine e una cartella piena di fogli, bella come sempre, con quei capelli neri tenuti insieme da un elastico, e quella penna sempre in mano con la quale dare le sue indicazioni. Era decisamente lei.
-Io e Tari stavamo insieme.- Comincia Will. -E’ stato un breve periodo durante il mio ultimo anno di università a Parigi. Lei è metà algerina di parte di madre e per metà italiana per parte di padre. L’ho conosciuta per caso. Io mi trovavo alla sommità della scalinata del Sacro Cuore. Verso sera nell’ultimo anno mi piaceva sempre fare una passeggiata nella vecchia Parigi. In particolare mi piaceva guardare la gente che dopo un’intera giornata per Parigi, si riservava la parte più faticosa la sera. Salire la scalinata del Sacro Cuore e poi ancora più su per arrivare fin anche a Mont Matre. Proprio quando mi ero seduto sugli scalini, stavo per piazzare gli auricolari nelle mie orecchie, quando vedo arrivare una ragazza con una cartelletta sotto il braccio piena di schizzi delle bellezze architettoniche di Parigi. Mi poggia una mano sul ginocchio per appoggiarsi e darsi lo slancio per affrontare l’ultimo gradino, quando invece di slanciarsi inciampa e mi cade addosso. Il suo imbarazzo non era misurabile, io ero al settimo cielo per ritrovarmi una così bella ragazza tra le braccia. Lei presa dal panico si rivolge a me in italiano dicendomi “Oh cielo che figura…”.-.
Will si blocca di nuovo. –Oddio, sta venendo qui!-
-Cosa c’è di male, così la saluti.- Nonno Clemente non vede niente di male, anzi.
-Non capisci, la nostra storia durò pochissimo. Come dirtelo… l’ho mollata.-
Nonno Clemente sobbalza sulla sedia. –L’hai mollata? Perché?-
-Io ero prossimo alla laurea, lei era arrivata a Parigi da poco tempo. Da li a poco sarei tornato in America. Decisi di stare con lei solo perché mi piaceva. Ma più la conoscevo, più capivo quanto era splendida, e quanto stupido fossi io a non volere stare con lei. Non c’è giorno che non mi penta di quello che ho fatto, ma a quel tempo ero giovane e stupido. Non pensavo che non avrei mai più trovato una come lei. In testa avevo solo la mia carriera e il mio futuro, non c’era spazio per un’altra persona nel mio cuore. Il mio egoismo da solo era una folla.-
-Nipote… sei uno stupido!- Nonno Clemente disse qualcosa che Will non si aspettava. –Dio ti sta dando una seconda chance. Quando quella ragazza entrerà da quella porta voglio che tu vai da lei e le chiedi scusa!-
-Le devo chiedere scusa… ma lei mi romperà un braccio o qualcos’altro…-
-Fallo!- Nonno Clemente sembra incazzato come mai Will lo aveva visto.
-Ok… ok…- Will capisce che non c’era via d’uscita. Ma in fin dei conti suo nonno gli sta dando il coraggio che gli serviva per chiudere bene con il suo passato.
Will vede entrare Tari dalla porta. Si alza dalla sedia dove si trovava. Ha diecimila cose nella testa da chiederle, come per esempio per quale motivo, lei un’europea, si trovava in questo buco di Spring Valley. Come stava. Cosa faceva nella vita.
Eccola, adesso è proprio di fronte a lei, soltanto cinque passi li separano. Will si avvicina, fa il primo passo. Lei per caso volge lo sguardo alla sua sinistra. Vede Will che compiva il suo secondo passo verso di lei. Will si accorge di essere stato visto. Mentre fa il suo terzo passo Will pensa che è impossibile che Tari si ricordi di lui, sono passati cinque anni, la gente cambia, lei avrà avuto altri uomini nella sua vita.
Tari invece andando contro la teoria di Will, lo riconosce, gli volge contro la sua penna come segno per averlo riconosciuto. Will non può crederci, le sta sorridendo, lo ha riconosciuto. E la notizia migliore è che non sembra arrabbiata con lui. Il quarto passo verso di lei risulta quindi molto più leggero del previsto. Peccato che sia lei a fare per Will il quinto passo.
-Ciao Will.- Tari lascia partire un gancio destro alla mascella sinistra di Will. L’eco di quel colpo è così forte che per anni chiunque entrerà nel ristorante ne sentirà le vibrazioni.
Nonno Clemente si porta una mano agli occhi per non vedere il nipote stramazzare al suolo.
Will cade su un tavolo, colpito alla sprovvista. Non lo ha neppure visto arrivare. I due uomini che sono con Tari sono sul punto di dare il colpo di grazia a Will. Per fortuna la ragazza li ferma prima che colpiscano. –Ragazzi, non fategli del male, lo conosco, tiratelo su.-
Will tirato su dai due energumeni si accorge che portavano dei gradi militare sul taschino della camicia e sulle spalline. –Militari?-
Nella testa di Will rimbomba ancora l’eco del colpo. Riesce a dire a Tari solo una frase. –Tari, volevo solo chiederti scusa…-, toccandosi la mascella.
-Will, scuse accettate.-, Tari lo guarda, -Comunque è tardi, dobbiamo andare.-
Le connessioni nervose di Will tornano a funzionare. Ormai ha perso la faccia con tutto il ristorante, non ha più niente da perdere.
-Tari, ti prego, volevo farti le mie scuse più sincere. Volevo solo essere di nuovo amico tuo.-
Tari che stava andando via, si ferma. Dentro di lei c’è ancora molto di Will. Negli anni a seguire non ha mai avuto un altro partner.
-Non voglio cambiare il passato. Ma adesso ti trovo qui. Io mi trovo qui. Non pensavo che ti avrei mai più rivista. Ultimamente ho avuto molto tempo per pensare su me stesso e la mia vita. Ho bisogno di rimettere i pezzi a posto. E qui ho l’occasione della mia vita per riprendere da dove ho cominciato a sbagliare. Ti prego. Una cena. Io, tu… e mio nonno… che dici?-
Tari vede dagli occhi di Will la sincerità della disperazione. E’ vero che è stata ferita da lui, ma è pur vero che lui sembra passarsela peggio di lei. Vestito con quella vecchia giacca di pelle nera e quella tuta da meccanico sporca. Lui, un genetista, ridotto a fare il meccanico. In fondo anche Tari è curiosa di sapere che ci fa lui a Spring Valley.
-Ok Will… solo una cena… domani sera… qui da Big Mama, va bene? Sono qui per lavoro. Non ho molto tempo.-
-Va bene, Tari, a domani sera. Grazie.-
Nonno Clemente guarda da lontano la scena. Will torna verso di lui mentre Tari va via scortata da quegli uomini. Poi vede il nipote calarsi a terra per raccogliere un foglio. Il foglio appartiene alla cartella di Tari. Deve esserle caduto mentre gli dava il pugno. Il viso di Will cambia improvvisamente e suo nonno non può fare altro che notare il cambiamento.
Will si volta verso la porta, ma ormai Tari non c’era più, non poteva restituirle il foglio e chiederle soprattutto il perché lei fosse qui.
-Cosa c’è Will?-
Will poggia il foglio sul tavolo, poi indica l’oggetto fotografato.
Will risponde molto turbato. –Ho fatto un sogno su questo!-

9/10/2005 - rinox

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